Una collezione di opere e immagini realizzate da Piero Livio a partire dagli anni ’70; suggestive storie contemporanee narrate scucendo e ricucendo con fragili legature di fili, resine, colle, cera d’api e mollica rifiuti e scarti. “Fare, disfare, rifare …” Ciascun oggetto è sistematicamente catalogato, fotografato, conservato, protetto in custodie, vasi, teche, ampolle e oggi presentato in mostre, gallerie e musei. Le opere > > >
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Cinquemila, diecimila, ventimila, trentamila - anni fa sulle pietre della Valle delle Meraviglie, di Ubirr, di Kakadu, di Tuc d’Audoubert, del Tassili n’Ajjer, delle grotte di Lascaux Chauvet e non solo, l’uomo, incide nell’osso, graffia nella pietra, modella nell’argilla, dipinge sulle pareti, grandi animali, enormi felini, elefanti, giraffe, coccodrilli, bisonti, mammut, rinoceronti, leoni, orsi, uri, cervi, cavalli, iene, renne, lupi, gufi, mandrie di bestiame, scene di caccia, danza, magia e notazioni di vita.
Proto-archivi di diecimila, ventimila, trentamila disegni per ciascun sito realizzati probabilmente in ipossia o sotto effetto di funghi allucinogeni o di immaginaria trascendenza spinti da una pulsione interiore, dalla necessità di digerire uno strano, inconsueto desiderio di narrazione, di ricapitolazione, di tradizione, unico, mai provato da altro vivente. Le opere > > >