Di pensiero in pensiero, ogni volta che inizio a disegnare, scomporre, ricomporre, progettare ritorno al profumo del grano, alla freschezza dell’ombra del gelso, all’aria libera dell’alto mare, agli orizzonti infiniti e circolari dell’oceano, alla pace di quel cielo di stelle che, da bambino, guardavo nelle notti d’estate da un’isola al centro del mare. Tutto nasce, vive, muore “sotto quel cielo di stelle”, il pagliaio, la chiocciola, il finocchio, la ferula, il rosmarino, l’oleandro, il cappero, l’elicriso, l’acanto, l’ipomea, il fico, gli ulivi, gli eucalipti … (PVL)

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Una collezione di oggetti

Il rifiuto, la negazione non possono che nuocere alla comprensione del contemporaneo - le montagne di rifiuti (di ogni genere e tipo) spesso ormai ricoperti da giardini e tappeti erbosi - sono una metafora del tentativo di accantonamento e riscrittura della storia.

“L’opera” stessa diviene un micro-museo in cui Naturalia (uova di struzzo, rami di corallo, conchiglie madreperlacee, denti di bovino, ossa di uccelli), Artificialia (manufatti, opere d’arte e dell’ingegno) e Mirabilia (gioielli, cammei, pietre preziose) con-vivono, dialogano e assumono nuove identità …

Piero Livio. L’antiquario detective, ovvero l’ingenuo collezionista - Andrea Busto, Settembre 2016 

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DM - 08627 - 2018 - Dal carro armato al carro funebre - impavido sotto il fuoco nemico raggiunge, a qualunque prezzo, l'obiettivo. Tecnica mista: bronzo, vetro, legno, plastica, elastico, occhiali da vista, campana tibetana.

Una collezione di immagini

“… nei miei lavori il positivo nasce dal negativo; frammenti di rifiuto, diventano basi di una nuova sintassi” (pvl). Nelle edizioni fotografiche del Dustmuseum il negativo ha lo stesso valore essenziale del positivo, il fronte del fianco o del retro. Le immagini, di conseguenza, sono in bilico tra accettazione e rifiuto.

Le fotografie frutto di questa ricerca, riprodotte in tiratura limitata, sono state esposte in una mostra personale alla Maison européenne de la photographie de Paris.

Piero Livio, présentera son projet singulier intitulé Dustmuseum. Dès le début des années 1970, il s’engage dans une collecte effrénée d’objets disparates, de rebuts et de fragments trouvés par hasard et destinés à l’oubli, puis leur redonne un nouveau visage en les intégrant dans des assemblages s’apparentant à de fragiles sculptures, qu’il fige en image par la photographie. Jean Luc Monterosso - Maison européenne de la photographie

 

“… Piero Livio pone in evidenza la bipolarità dell’oggetto riproducendolo come opera a sé stante nei suoi due elementi complementari, il positivo e il negativo: con l’esposizione a bandiera back to back induce una metaforica visione di parallasse in cui l’oggetto esiste contemporaneamente in due punti di vista polari.

La fotografia assume così una duplice valenza: stabilizzare l’oggetto nella sua fragilità compositiva e includere l’osservatore nell’opera rendendolo parte integrante e attiva del disvelamento creativo. 

Attraverso questo procedimento cognitivo Piero Livio ci rende partecipi del suo mondo fatto di oggetti comuni e di immagini in cui soggiace l’opera stessa in una visione fantasmagorica.»...”  Estratto da Juliet Art Magazine Valeria Ceregini

 

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Raccolta - Selezione - Diffusione rifiuti

Dal millenovecentosettanta la collezione di oggetti e immagini di Piero Livio sono stati, per più di quarant’anni, un fatto privato che ha accompagnato la vita dell’autore solo dal duemilasedici sono stati esposti al pubblico in mostre personali presso importanti gallerie e musei.

PER SAPERNE D+